| Claudio Bartoli Sono nato in Toscana nel 1956 e vivo a Firenze, inizio a fotografare da bambino facendo un reportage della alluvione nel 1966, con una Rolleiflex biottica di un amico conosciuto nella parrocchia vicino casa. Vedere quelle immagini capovolte sul vetrino dentro il pozzetto della Rolleiflex mi sembrà un miracolo, da allora ogni occasione per scrutare il mondo da una cassetta chiamata macchina fotografica fu il mio maggiore interesse. Se tutte le immagini della mia adolescenza non passavano da quel forellino, era come se non avessero vita, fermare quei momenti, analizzarli, sezionarli e ricostruirli nella camera oscura, vederli apparire nuovamente da un foglio bianco, era per me il modo di possedere quegli attimi, rivederli e viverli, capirli e amarli. Poi tutto è diventato così naturale che fare fotografie era la mia estensione mentale, la macchina fotografica una protesi per vedere. Dopo il diploma di maturità artistica ho frequentato la facoltà di architettura, anche come insegnate in un corso di fotografia e restauro a fianco del mio professore. Ho fatto numerose mostre di fotografia e pittura, sia in Italia che all'estero. Ho lavorato nella fotografia, per riviste di moda, musei e gallerie d'arte, per amici pittori e nella catalogazione delle opere d'arte. Adesso mi diletto a fotografare solo per passione, e da alcuni anni ho scoperto la fotografia digitale. Con il digitale ho ricominciato quasi dall'inizio, sommando il condizionamento della pellicola, delle ore e ore passate in camera oscura, con le problematiche della fedeltà cromatica nella riproduzione dell'Arte, e soprattutto stando davanti alle opere dei pittori, ho forse imparato che la fotografia non è solo una documentazione fedele della realtà , ma inevitabilmente una interpretazione e lo spazio necessario dove l'impulso si fonde con il controllo per creare un'opera molto vicina a quella che si chiama Arte. Per me la fotografia è aver scelto un punto di vista. |
