Scultura
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Autore

Artista
Paolo Pompei, nato il 05 novembre 1959 a Pietrarubbia (PU).
Autodidatta, nel 1988 partecipa al corso di ceramica istoriata ad Urbania (PU), tenuto dal ceramista Orazio Bindelli, proseguendo con una ricerca personale sulle tecniche primordiali della terra cotta e del metallo. Nel 1991 e 1992 partecipa al corso T. A. M (trattamento artistico dei metalli) a Pietrarubbia (PU), diretto dall'artista Arnaldo Pomodoro.
1993 premiato alla XLIII Rassegna di Pittura Scultura e Grafica, Libro d'Artista, “G. B. SALVI” e “PICCOLA EUROPA” Sassoferrato, Ancona.
Nel 1996 è socio fondatore del gruppo “SPAZIOLIBERTA'” , liberi artisti scultori Europei.
1997 1° PREMIO SCULTURA, “Premio Romartexpo 97”, 1° Concorso nazionale di Pittura, Scultura e Grafica.
Dal 1997 al 1999 insegna tecniche di fusione del metallo presso atelier “Artificio” a Torino.
Nel 2005 è stato invitato ed ha tenuto un workshop sulla terra cotta primitiva a
Stellabosh, Sud Africa.
Dal 2006 ad oggi, partecipa a numerosi simposi di scultura Internazionali.
Sempre continua la sua ricerca personale.



LA LUCE DELLE ORIGINI
La scultura di Paolo Pompei dimostra di essere il risultato di un accurato lavoro di ricerca
e di sintesi delle conoscenze nel campo della materia innanzitutto.
La scelta della terracotta, associata a nuove sperimentazioni sui metalli, non lo volge
verso tecniche già “collaudate”, appartenenti al bagaglio, enorme, della cultura artistica
tradizionale, in particolar modo a quella della maiolica istoriata, già indagata nelle prime
prove scultoree dell’artista.
Pompei preferisce esperire personalmente nuovi approcci alla materia che predilige, rivelando
la necessità di voler creare, inevitabilmente per ogni artista, una propria espressività.
Da questo intento non poteva che risultare una scultura nuova che attrae, inizialmente,
proprio per la straordinaria resa delle sue superfici, animata, oltre che dalle modulazioni
cromatiche degli smalti decorativi, da un nuovo modo di essere della stessa ceramica,
scura ma brillante grazie agli effetti luministici del bronzo e dei metalli fusi o accostati ad
essa. Il riappropriarsi delle tecniche etrusche e cinesi antiche, ancora solo parzialmente
conosciute e continuamente sperimentate in maniera ed esiti diversi, ha un parallelo nella
ripresa delle forme archetipiche del neolitico. I grandi contenitori proposti dall’artista in
molte versioni e le sculture dal significato oscuro e inquietante, quasi un eco lontana ed
esoterica, sono anch’essi i prodotti di un continuum sperimentazione e riproposizione di
modelli primordiali dell’arte, alla luce di un personale sentimento, certamente toccato
dall’incapacità di poter penetrare nelle loro remote origini, ma certamente spinto a trovare
le loro “verità”. L’aspetto formale riflette questo atteggiamento di perenne disponibilità alla
conoscenza nella struttura aperta delle linee che l’attraversano: sia nell’aprirsi e nel dilatarsi
dei vasi e delle grandi forme concave e convesse, sia nelle punte acuminate di certi
volumi, e soprattutto nelle linee spiroidali che, a volte grazie al metallo e alla sua proprietà
di far vivere la luce, manifestano con forza una spinta verso l’alto. Proprio questo movimento
di ascesa, nella apparentemente contraddittoria staticità delle figure, che definisce
nelle opere di Pompei una componente mistico-sacrale aiutata spesso dai primitivi decorativismi
geometrici. Dunque, materia-colore-forma, tre processi complessi e fondamentali
dell’arte che l’autore riscopre in una precisa e nuova ipotesi di sviluppo.

di Lara Cicetti
Critico d’Arte


VISUAL KODEK

L’arte da forma a un pensiero, l’idea si incarna anche nel gesto e nei materiali, dalle avanguardie storiche alle installazioni del nuovo millennio. La forma, il manufatto, l’assemblaggio polimaterico ci pongono domande sul valore del come l’opera è stata fatta. Dai collages di Braque e di Picasso, ai ready-mades di Duchamp, al polimaterismo dei Futuristi, allo Spazialismo di Fontana, agli assemblaggi Neo-dada , fino agli epigoni di Burri e di altri artisti, il come è stata realizzata l’opera svela le potenzialità creative dell’artista.
Paolo Pompei, scultore marchigiano, autodidatta, solitario, “dipinge” utilizzando i materiali come elemento pittorico, è iconoclasta, indefinibile, bulimico del fare artistico, impulsivo e razionale nella tensione astratto-geometrica di plasmare forme essenziali, simili a fossili di una civiltà arcaica in combinazioni armoniche, come totem di un eterno presente.
Osservate bene le sue opere, vedrete che tendono verso un futuro, ma sentono il peso del passato e trasudano di evocazioni simboliche, ancestrali , che si inscrivono nella notte dei tempi .
Il suo “quid” creativo, sta nell’equilibrio delle forme, dovuto alla combinazione di materiali diversi e trattati per ottenere effetti pittorici, nella ricerca di rapporti cromatici, evidenziati da forti accostamenti di materiali bruciati, invecchiati, contrapposti e altro, nella sua capacità di trovare soluzioni omogenee, apparentemente informe.
La sua materia è vitale, il suo gesto è arte nella razionale giustapposizione dei piani, rivelando una matura autonomia compositiva nel governare il segno, senza l’ossessione del nuovo, nel consapevole rispetto delle ultime avanguardie del Novecento. I suoi maestri sono Costantin Brancusi, Alberto Burri, Lucio Fontana, e molti altri innovatori del secolo scorso, che ha rotto i ponti con la rappresentazione figurativa-naturalistica della realtà. Dall’Arte Povera ha appreso che sotto ai manufatti artistici c’è sempre qualcosa di magico e di potente, nei materiali c’è un’energia misteriosa: l’essenza della vita. Dal Minimalismo americano ha ereditato il valore oggettuale della forma autoreferenziale che si pone in uno spazio fisico.
Lo scultore procede come un artigiano del gesto, in costante ricerca di dare una forma evocativa alle naturali tensioni dello spirito umane verso l’assoluto, assemblando materiali diversi, come tacce di un vissuto lontano, metalli e altro come generatori di senso, senza definire quale. L’importante è la ricerca non l’obiettivo. Pompei opera con l’obiettivo di modellare, incollare, saldare, tessere, assemblare, bruciare, cucire, progettare forme ben fatte, equilibrate. Queste soluzioni formali esprimono un’identità instabile e in costante evoluzione, è poliedrico, e dall’energia inesauribile.
Il suo fare artistico procede parallelamente con la vita, questi sono assemblaggi che sono stati plasmati giorno per giorno, viaggio dopo viaggio, in seguito a molteplici esperienze.
Sfogliando il catalogo, scoprirete opere che sembrano “di-segni” nello spazio, date da frammenti di cose trovate, create sull’arte della contaminazione delle tecniche e dei linguaggi.
Pompei è un eclettico, coerente nella ricerca di sfruttare al meglio le proprietà estetiche e le caratteristiche pittoriche dei materiali e nell’abilità di montare e di smontare pezzi diversi, che trova ovunque, con l’idea di lasciare un segno di caos ordinato, e forse di un’armonia cosmica misteriosa.
Le sue composizioni polimateriche, a prescindere da ogni regola estrinseca, esistono come oggetto atemporale, evocano forme arcaiche, reperti di chissà quale civiltà, precolombiana o della Mesopotamia, che ci invitano alla meditazione silenziosa e sembrano rivelare l’epos di un Atlantide perduta.
Le sue sculture lineari, arcaiche, riprendono forme simboliche, prevalgono il triangolo, la sfera, il cubo, trasformati in fossili artificiali di tracce di vita e di elementi vegetali, pietrificati e dissepolti in qualche scavo archeologico da un sognatore sulle tracce di una civiltà mitica.
Questi manufatti sono stati creati con materiali organici pulsano di vita, che assemblati in forme euclidee, minimali e primigenie ci invitano al silenzio.
Per Pompei, l’importante non è il messaggio immediato, ma il metodo, l’esecuzione dell’opera, il gesto che si fa materia e la contrapposizione di spazi vuoti con i pieni, di tensioni orizzontali e verticali. Del suo operare maieuticamente sui materiali, affascina la tensione formale estetica che si risolve nelle combinazioni mai casuali, seppure basate sul principio del bricolage e sulla volontà di inserire materiali trovati , come reperti del suo vissuto.
Pompei viaggia e si confronta con altri artisti, ponendosi sfide sempre nuove per superare i propri limiti compositivi, trasformando “alche micamente” alcune esperienze in forme immanenti , autoreferenziali, contenenti verità di ieri, forse diventate, per noi oggi, menzogne o illusioni.
Jacqueline Ceresoli




L'opera di Paolo Pompei mi sembra una sorta di vasta traversata dei territori dell'arte, per la capacità che egli ha di contrassegnare col suo stile superfici piane, sculture e oggetti piccoli e grandi.

Tutto, sotto le sue mani, diventa oggetto d'arte ed è notevole la quantità di opere che è in grado di produrre. In ogni sua opera Paolo depone un segno, un simbolo, una traccia del suo linguaggio che solo all'apparenza è semplice.

Nel suo studio, in un bellissimo mulino, ho visto ammassate alla rinfusa clessidre, sfere, cubi e altri misteriosi oggetti che egli va modellando con grande cura e che poi espone sia nel nostro Montefeltro che lontano da qui.

Mi piacciono le opere che recano nella forma la traccia di una sapienza artigianale e le tecniche che sanno di magico, di fronte a un'arte come quella attuale che mi appare o troppo concettuale, e quindi gratuitamente complicata o manierista, e quindi noiosa.

Le opere di Paolo mi colpiscono perchè avverto in esse il senso del suo lavoro, di un pensiero creativo che non si ferma mai e che rimane infuso nei metalli che usa, che transita attraverso le sue mani e poi si coglie, se s'osserva attentamente, come un alone che li attornia.

L'arte che mi appassiona, e che ritengo necessaria in quest'epoca, è quella che s'interroga sul senso delle nostre radici; e che lo fa in aperto contrasto con un desiderio di attualità che, ho notato, non porta a niente.

Se il prodotto della filosofia della modernità è il mondo che ci troviamo attorno, allora in quella filosofia dev'esservi qualche errore. Le nostre città semi-invivibili, la mancanza di un futuro accettabile, le crisi ormai costanti della macroeconomia, ci spingono a pensare che il concetto di progresso va rivisto fin nei suoi fondamenti.

Per questo mi convince un'opera come quella di Pompei, perchè nasce in periferia, nasce in un territorio appartato e silenzioso come il Montefeltro, e qui trova il tempo necessario e il necessario silenzio per interrogarsi sul fondamentale bisogno di immergerci nella natura al fine di capire chi siamo e cosa ci serve davvero.

Nelle sculture di questo autore a me pare di trovare segni e stilemi che si possono accostare a quelli dell'arte primitiva, quella dei popoli senza scrittura, che è, essenzialmente, un dialogo col sacro e coi misteri della storia e della natura: l'unico dialogo che può permetterci di non finire schiacciati dalla banalità del pensiero contemporaneo che vive succube dell'economia e delle sue leggi miopi, disumane. Leggi che non sannno contemplare il concetto di anima del mondo.




Enzo Fabbrucci è il fondatore di Accademia Tages, un gruppo di studio che raccoglie artisti e pensatori e lavora attorno al tema dei miti dell'Appennino e alle leggende dell'Italia antica.




PAOLO POMPEI - Alle origini della forma: la scoperta dell'ignoto.

Nel silenzio i grandi tronchi dipinti d'azzurro evocano riti lontani nel tempo insieme a piramidi in metallo spaccate da una fessura centrale, pannelli lignei dalle inquietanti combustioni, sculture ed installazioni che agiscono in sintonia con la realtà contemporanea ma aderiscono anche alle oscure pulsioni della storia. Forme nette nello spazio, geometrie staccate dalla materia grezza, presenze totemiche che evocano antiche civiltà: e poi, inatteso, un soffio di vita primordiale, un respiro nascosto che anima le cose, un riflesso nel metallo, la bruciatura improvvisa nel legno, l'essenza tutta spirituale di una materia resa viva dall'arte. Il percorso di Paolo Pompei è segnato da un graduale scoperta dei meandri celati dall'epitelio sensibile, luoghi ignoti che apparentemente ci sono estranei, ma nascono invece dentro di noi. Il succo della ricerca si ricava dall'esplorazione che l'autore attua nelle pieghe della natura e dell'esistenza, un'entrospezione affascinante per far emergere schegge di verità nascosta. Compare spesso un taglio lacerante sulla patina levigata, un innesto violento che separa l'unità compositiva; oppure affiora dal legno un'estesa combustione che scioglie tutto, trapassa la forma , si coagula e si distende come un magma incandescente, pare raggrumarsi ma poi si libera nell'aria, come un respiro sottile. Davanti a noi nel caso o nell'altro un'anima che pulsa, una dimensione aururale che trasfigura sensazioni primarie. Le sculture di Paolo Pompei sono presenze parlanti e possiedono un carattere evocativo anche quando assumono plasticamente un nerbo vitalistico - suggestivi i ferri antropomorfi con scudi , i grandi globi dalle zolle tettoniche, i colorati pannelli in raku- nel senso che l'autore ci mette in comunicazione col profondo, con l'ossatura dell'immagine sia essa crepa, scanalatura, accartocciamento, magica fessura. Paolo Pompei si fa interprete di questa duplice lettura interno esterno, passato presente, geometria natura. Tra una dimensione e l'altra il passaggio è affascinante perchè è una scoperta del mondo attraverso la materia: lo scultore ne varca i confini per rivelarne le risonanze ignote.
Gennaio 2009 Gabriella Niero




MOSTRE

1991 Pietrarubbia (PS) Mostra Collettiva - Corso TAM
1991 Pesaro Mostra Collettiva - Marche Producono
1992 Pesaro Mostra Collettiva - Marche Producono
1993 Urbania (PS) Personale - Sala Montefeltro
1993 Cagli (PS) Personale - Loggia dei Mercanti
1993 Sassoferrato (AN) Personale - Palazzo Oliva "Congresso Umanistico"
1993 Sassoferrato (AN) "XLIII Rassegna d'arte G. B. Salvi e Piccola Europa"
1993 Civitanova (MC) "Mostra Arredo Casa"
1993 Faenza "48° Concorso Internazionale Cerainica d'arte"
1994 Ripe S. Ginesio Cavoleto 94 - "Arte d'oggi nelle Marche dal Piceno al Montefeltro"
1996 Egitto The 3RD Cairo Intemational Biennale for Ceramic
1996 Firenze Fortezza d'Abbasso - Materia Plasmata
1996 "Etruriarte" Venturina (LI)
1996 Personale Castello di Pietrarubbia (PU)
1996 "Itinerante nelle Marche" Ripes, S. Ginesio, Cavoleto, Treia
1996 "L'Arte e il Mare" Palazzo Bottini dell'Olio (LI)
1996 "Japan Tour '97" Tokyo, Osaka
1997 Romaartexpo '97 I° Premio sezione scultura, Roma
1997 "Fletcher Challange ceramics award" New Zeland
1997 "Simbologie Mediterranee" itinerante Firenze, Gerusalemme
1997 Mostra dell'Artigianato di Pinerolo Torino
1997 Personale Atelier Arteficio Torino
1997 Ivrea Scultura "Spaziolibertà" Torino
1997 XV premio firenze ex convento del carmine
1998 Collettiva ex Chiesa della Maddalena Bergamo
1998 "Arte e Natura" Villa Erba Cernobbio
1998 "Andi Postra" Chiostro di S. Croce (Fi)
1998 II° Romaartexpo Palazzo della Civiltà del Lavoro Eur
1999 spaziolibertà 2° rassegna intinerante di scultura contemporanea “ovada scultura” Alessandria.
1999”gioa arte” esposizione di scultura. Gioa tauro reggio.c
1999”zaragoza escultura” spaziolibertà spain
2000 “l’altrove perduto” la foresta come intreccio dei segni. Collettiva scultura al mulino di bellinzago. Novara
2000 collettiva”la giovane scultura”montefiore rimini
2001”sculture a romentino” collettiva. novara
2001”mac21”feria internacional de arte contemporaneo. Marbella (spain)
2001 spaziolibertà 5° rassegna itinerante”sestriere scultura” sestriere
2002”isola d’erba” personale padana urbino
2003”la gabbia della fantasia” esposizione di pittura e scultura. Pennabilli p.u
2006 international simposium”art festival besanova, termal park” slovacchia
2006 international simposium ”ambient exterior Bratislava” incheba expo slovacchia
2006 IV edizione simposio di scultura, Calcinaia Pisa.
2007”2° keramos” la ceramica oggi nella provincia di pesaro urbino. Palazzo ducale. Urbino
2007 13°”international symposium”kendlimajor” hungary
2007”international simposium “hudek art” marija bistrica gusakovec. croazia
2007arte contemporanea”espressioni d’arte al castello” castello dei da peraga vigonza padova
2007 simposio scultura “1° atelier internazionale canale dell’arte. Cerva di rossa vercelli
2008 “ventisei artisti al castello” frontone p.u
2008”keramos” palazzo granari. La ceramica delle associazioni (pesaro)
2008 interntional art camp”prison art” penitenziario di massima sicurezza aiud romania
2008 arte contemporanea”2° espressioni d’arte al castello”castello dei da peraga vigenza padova
2008 rassegna d’arte visiva “luàdama festival” sant’angelo in vado p.u
2008 international simposium”ambient exterior praga 2008” praga chec republic
2008 international simposium “ambient exterior Bratislava 2008” incheba expo Bratislava slovacchia
2008”nella terra dei della rovere” albisola marina urbania. Collettiva scultura
2008 “10° simposio internazionale di arte contemporanea” ochieppo. biella
2008”10°artisti della carpegna” cantiamo un canto nuovo. Palazzo del principe di carpegna p.u
2008 “Gli artisti leggono la scienza” Percorso d’arte sul patrimonio strumentale urbinate. Collegio Raffaello Piazza della Repubblica Urbino.
2008 Simposio Internazionale “ Sasaran Workshop” Malaysia
2009 “Italian artist and theyr friend” Gallery Time Vienna
2009“Gli artisti leggono la scienza” Percorso d’arte sul patrimonio strumentale urbinate. Museo del bali saltara pesaro
2009 simposio internazionale” howinkartano” finlandia
2009 15°”international symposium”kendlimajor” hungary
2009 workshop sulla ceramica “cillio” vercelli
2009 3° biennale di ceramica “kèramos” urbino
2009 1° simposio internazionale”villa gaia seggiano” Grosseto
2009“Gli artisti leggono la scienza”, mola casanova Umbertide PG
2009 CONTEMPORANEA palazzo del governatore Urbania PU
2010 INQUADRATI FAMO umbertide PG
2010 personale cantù sala espositiva corte s. rocco como
2010 BONAE ARTES chiostro del convento di san francesco Gubbio PG
2010 Sojka simposium Liptosky Mikulash slovacchia
2010 Palazzo Mercuri S.Angelo in vado P.U
2010 IV simposio inter. Alanika Ussezia del nord Russia.
2010 lituania, Vilnius, DAILININKU SAJUNGOS GALERIJA
2010 Fano GALLERIA SANTA TERESA
2010 INDIAN INTERNATIONAL CONTEMPORY ART 2010
Hamedabad, Gujarat, India
2011 4° biennale di ceramica “kèramos” urbino
2011 International sculpture and painting simposium SHREE GURU Gulbarga Karnataka India






























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